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30
Apr 2020
pensiero positivo
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Alla ricerca di un pensiero positivo ai tempi del COVID-19

 

Nel mio lavoro terapeutico con i bambini spesso mi trovo a proporre la lettura di una breve storia, che non ho scritto io, ma che è presente nel libro L’ABC delle mie emozioni (Mario Di Pietro, edizione Erickson, 2008).

muro di neve

La storia si intitola “I tre castori e il muro di neve”. I protagonisti, come si evince dal titolo, sono appunto tre castori che in una mattina molto fredda si trovano a dover affrontare una situazione imprevista e surreale. Mentre si incamminano sicuri, e aggiungerei abitudinari, verso il rifugio delle proprie provviste si trovano di fronte ad un ostacolo imponente, il muro di neve del titolo.

 

Come affronteranno la situazione i tre castori?

 

Nella storia i castori assumono tre atteggiamenti differenti di fronte all’imprevisto.

Un castoro si arrabbia e inizia a dare testate lamentandosi con l’universo mondo per la situazione nella quale si è ritrovato.

Un altro castoro si ritira in se stesso, inizia a piangere e a deprimersi, ripetendosi quanto sia ingiusta la vita e quanto le disgrazie capitino sempre e solo a lui, a lui che se lo merita in fin dei conti.

C’è poi l’ultimo castoro che decide di adottare un atteggiamento diverso: “scelse di accettare il muro piuttosto che pretendere che non fosse là […] oppure facendo il catastrofico […] era in grado di pensare meglio cosa fare.” Quest’ultimo sceglie di pensare positivo.

 

Questa breve storia, che è pensata per i bambini, può essere riadattata anche per i grandi. Il pensiero è semplice e può essere considerato scontato, ma a volte presi dalla nostra quotidianità, dalle responsabilità da adulti e dalle preoccupazioni che l’essere grandi comportano, ci dimentichiamo dei pensieri semplici e ci facciamo travolgere dalle emozioni forti come i primi due castori.

Ecco che la rabbia e/o la tristezza prendono il sopravvento e la vista si appanna. Perdiamo di lucidità e perdiamo di vista l’essenziale, ossia far fronte a ciò che la vita ci impone/propone.

 

“Tutti i grandi sono stati bambini una volta (ma pochi di essi se ne ricordano)”

Antoine De Saint-Exupéry

 

Questo pensiero credo che sia ancora più vero in questo periodo dove le nostre abitudini e le nostre certezze sono state fatte vacillare da una pandemia, da un muro di neve, che ci ha portato a fare i conti con il senso del limite e con la perdita delle libertà che credevamo ormai essere consolidata.

 

Sta a ognuno di noi la scelta di come affrontare questo periodo.

 

Possiamo dare la colpa al sistema e prendercela con chi ci governa, come mi è capitato di leggere diverse volte sui social network, possiamo piangerci addosso e dirci quanto siamo stati sfortunati a capitare in una situazione del genere, oppure possiamo reagire e reinventarci, cercando di intravedere le possibilità che questa situazione ci offre.

L’invito è a pensare in modo positivo. Cosa posso fare per affrontare questa situazione?

Io personalmente, come altri colleghi del resto, ho intrapreso un nuovo modo di lavorare, inizialmente considerandolo un’imposizione, adesso vivendolo come una possibile alternativa.

Ho riscoperto gli affetti.

Ho fatto e sto facendo i conti con le mie emozioni, con le paure, con le assenze, con la noia…

Sto vivendo la convivenza 24 h, legittimandomene la fatica e apprezzandone i momenti lieti. Ho sorriso e tifato al contempo per la rivincita del mondo animale: i delfini nei porti, i cinghiali scorrazzanti per le strade.

Ho rallentato e sono stata in ascolto. Ho fatto pulizia, riflettendo su cosa tenere e su cosa lasciare. E altro ancora.

C’è da dire che restare calmi e riuscire a gestire le emozioni forti che molto spesso ci assalgono in questa situazione non è per niente facile.

 

Come si può pensare positivo in un periodo così drammatico, dove le emozioni e i pensieri negativi prendono il sopravvento?

 

Nella mia pratica clinica, ma anche nella mia quotidianità, da un po’ di anni mi sono avvicinata alla mindfulness. Mindfulness vuol dire consapevolezza. Significa prestare attenzione a ciò che ci circonda in modo intenzionale, senza giudizio, nel momento presente, nel qui e nell’ora.

Ci permette di vivere con pienezza ciò che ci succede apprezzando il positivo, ma anche e soprattutto insegnandoci ad accettare il negativo. Ci insegna a non respingere la sofferenza, il disagio e/o il dolore, ma al contrario ad accoglierli e accettarli, facendone motivo di crescita personale e risorsa.

 

surf

“Non puoi fermare le onde, ma puoi imparare a padroneggiare il surf”

Jon Kabat-Zinn

 

Rappresenta un modo di essere nel mondo, che permette di cambiare prospettiva, aiutando a cogliere il positivo anche nelle situazioni di maggior sofferenza. Si parte dalla consapevolezza del proprio respiro per poi arrivare gradualmente alla consapevolezza di sé, dei propri pensieri delle proprie emozioni e della realtà circostante.

Immagino che anche l’ultimo castoro nell’impatto con il muro di neve sia stato invaso dalle proprie emozioni esattamente come i suoi compagni. Potrebbe aver avuto un capogiro, potrebbe aver sentito una vampata di calore salire lungo la pelliccia, oppure al contrario potrebbe aver sentito freddo, potrebbe aver pensato “adesso cosa faccio?” esattamente come gli altri due castori.

 

Perché le emozioni, i pensieri le sensazioni corporee arrivano, non si possono evitare

Tuttavia, a differenza degli altri due roditori, me lo immagino dopo l’ondata fare un lungo e profondo respiro, forse anche più di uno, quanti necessari per ristabilire un equilibrio. Me lo immagino mentre accoglie emozioni, pensieri e sensazioni, le riconosce, se le legittima.

“Vorrei che non fosse qui, perché sono affamato e vorrei mangiare delle nocciole. Però se il muro è qui vuol dire che questo è un evento che poteva succedere. Il fatto di agitarmi non lo farà sparire e le cose potrebbero essere anche peggiori!”

Praticare la mindfulness ed avere un pensiero positivo non è sempre facile, ancor di più in un periodo come quello che stiamo attraversando adesso. Richiede allenamento e perseveranza, ma anche gentilezza per noi stessi e per le nostre fragilità.

Significa fare un bel respiro, legittimarsi la fatica, consapevoli che quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla (Lao Tzu).

bruco farfalla

Sta a noi la scelta. Scegliere con che occhi guardare ciò che la vita ci propone e agire di conseguenza. “Così se volete trovare le nocciole, STATE CALMI E PENSATE IN POSITIVO!”

 

Valeria Renzetti, Psicologa e Psicoterapeuta

Allegati

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