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15
Ott 2020
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Salvatore Palazzo “Il tradimento nella coppia”

conversazione con la dott.ssa Norma Casali

 

Ho letto il tuo libro “Il tradimento nella coppia” con molta attenzione e interesse, apprezzandolo nella sua interezza. Pur riconoscendo che è un’opera dedicata ad un pubblico non specializzato, potrebbe essere contemporaneamente un utile strumento per quei professionisti che desiderano avere uno sguardo altro su questo delicato tema.

Trovo che gli argomenti trattati, a diversi livelli, arrivino al cuore del lettore. Da un punto di vista semiotico la scelta del linguaggio che hai utilizzato accantona tecnicismi e teorie, li sostituisci con sguardi di accoglienza, rilevando un tuo sé professionale che si interseca con quello umano; questo integrarsi offre alla coppia la possibilità di riscoprirsi in modo diverso, al di fuori del perimetro del tradimento, attraverso un riconoscimento nuovo di legami che sono generativi di un ridisegno dei progetti di vita.

Con chiarezza affronti i temi del consumo e del corpo maturo, elementi che si infiltrano in quegli interstizi che la vita di coppia, per suo naturale decorso, genera. L’ascolto attento e partecipe sono alcune delle proposte che possono accompagnare la coppia nel proprio percorso di rigenerazione.

 

Sono d’accordo con te sul fatto che il tradimento, per sua natura, sia relazionale e sia possibile per la coppia riconoscerlo come una delle possibili risposte ad un evento che potrebbe arrivare a devastarla.

 

Le tue riflessioni circa le stagioni della vita mi riportano al parallelismo con il libro scritto da Hermann Hesse, proprio dal titolo “Le stagioni della vita” dove ad ogni passo, durante la lettura, si scopre in quale stagione si sta abitando.

Qui, nel tuo libro, vi trovo anche il senso di quale stagione la coppia vorrebbe abitare? ed è proprio grazie alla capacità di ibridare il proprio pensiero con opere di filmografia e arte, che si permette al lettore, alla coppia, non solo di rinarrare le proprie stagioni passate ma di fantasticare su quelle future.

Mi è piaciuta molto la parte dedicata all’analisi delle ferite del tradimento, qui affronti con cura, chiarezza e coraggio il tema della presenza dei pensieri ossessivi che, in alcuni partner traditi, insorgono in ogni momento della giornata fino a divenire invalidanti per la persona stessa.

 

Nel libro, spieghi come le emozioni dominanti, quali ad esempio la rabbia, e le emozioni tacite, come ad esempio la delusione, facciano sì che il traditore divenga l’oggetto su cui scaricare la frustrazione.

 

Su questo punto il tuo libro permette nuove aperture per il lettore, così come quando affronti il tema della vergogna, unica emozione pubblica. Qui accompagni chi legge a domandarsi: vergogna per cosa? Di non essere stato capace di adeguarsi alle regole interiorizzate dettate dalla cultura sociale di appartenenza? Quanto tutto ciò è accompagnato da un senso di fallimento?

Questi tuoi spunti mi portano a formulare pensieri riflessivi che nel contempo sono anche generatori di nuove possibilità. Quando tratti il perdono, affronti il tema con gentilezza e in modo delicato. Ritengo che il perdono possa essere una crescita per la coppia, un segnale, un atto comunicativo, e durante la lettura del libro, mi è giunto spontaneo chiedermi quale ruolo giochi il perdono nell’attesa sociale nella sua complessità.

 

Ritengo la tua opera uno stimolo non solo per comprendere meglio il tradimento, ma lo vedo anche un invito a guardarsi con occhi diversi, senza disconoscere la sofferenza che a volte ci appartiene.

 

Grazie Norma per aver apprezzato gli spunti che il testo offre. Le tue parole, che riporto:

«Il tradimento è, per sua natura, un atto relazionale. Diviene pertanto fondamentale accogliere e attraversare la sofferenza che abita la coppia, permetterle di rinarrarsi in modo diverso ciò che si è vissuto e si sta vivendo, ridefinendo il concetto di tempo e di spazio rispetto ad un incontro generativo di legami.

La psicoterapia può permettere alla coppia di sentirsi in relazione in un modo nuovo, incontrandosi in modo diverso e permettendosi di scoprire nuove possibilità e risorse che nascono dal riconoscimento della vulnerabilità e della fragilità.

In psicoterapia la coppia può trovare nuovi modi di situarsi, ad esempio imparando a sostare sulla soglia, luogo per eccellenza di passaggio tra il dentro e il fuori; luogo che potrebbe permettere ai membri della coppia di far entrare quel futuro che poi gli apparterrà

colgono l’essenza della relazione tra i partner e dello stesso processo terapeutico, dove il dialogo fa da cornice a una danza che vede tutti attori di possibili cambiamenti.

 

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Norma Casali, Psicologa e Psicoterapeuta


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