Dic 2020

Il valore della “trasgressione”: “andare oltre” ciò che è scontato e il conformismo (06/12/2020)
Appunti di G. Belotti psicologo psicoterapeuta direttore dell’Associazione Psicologia Psicoterapia “Il Conventino” via Conventino 8 BG, tel. 0354598300)
23Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. 24I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». 25Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? 26Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». 27E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! 28Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». (Mc 2,27-28)
“Tras-gredire” vuol dire “andare oltre”: oltre la legge, oltre le regole. Ciò non significa che la legge non conti nulla ma già il vangelo diceva: “Il sabato è per l’uomo, non l’uomo per il sabato”, e il sabato era considerato dagli ebrei un comandamento essenziale per il pio israelita.
La trasgressione è un gesto che riguarda il limite, la regola, la norma. Limite e trasgressione sono due poli dell’ellisse, uno richiama l’altro. La trasgressione mette in luce il limite. In questo senso, si può dire che la trasgressione non intacca la bontà della regola, ma semmai la ribadisce e la completa. La trasgressione non è dunque la celebrazione del libertinaggio, non sospende i divieti, ma va oltre il feriale, lo scontato, la routine.
La trasgressione perciò non ha nulla di scandaloso o di sovversivo, non scivola nel no della distruzione, non dissolve il mondo, ma semplicemente gioca con i suoi fondamenti e con le sue regole. “Tras-gredire” significa infatti “camminare oltre”, oltre la legge. Senza trasgressione, la storia sarebbe immobile, come immobile è la vicenda animale che da sempre ripete sé stessa. Gli studi condotti sui bambini e sulla possibilità di scegliere hanno evidenziato quanto sia importante, da parte dei genitori/educatori, lasciare qualche libertà di scelta anche in tenera età. Certo, siamo sul filo del rasoio, perché si fa presto a pensare di non dare alcuna regola, come se fossero già capaci di “stare alla guida”. Allora, cosa fare? Nella crescita personale i “valori” sono il “codice stradale” ma occorre essere abilitati alla guida con ‘istruttori/educatori’ capaci! Se immaginiamo di avere come valore il benessere e la salute personale, quando andremo al supermercato i nostri acquisti ne saranno di certo profondamente influenzati. E anche di fronte a tutte le strategie di marketing mirate a farci “sbavare” di fronte al reparto dolci, se abbiamo chiaro in mente la nostra salute, difficilmente usciremo dal seminato. Questi valori, tuttavia, non sono scolpiti nella roccia e variano in base alle situazioni: se, nel nostro supermercato, ci stai andando per organizzare la festa di tuo figlio adolescente, allora si metterà momentaneamente da parte il valore salutista per fare spazio nel carrello anche alle “schifezze”. Si richiede sempre una forte flessibilità mentale.
Anche una relazione extraconiugale e la trasgressione del ‘tradimento’ sono quasi sempre “tentativi”, anche se inefficaci e maldestri, di trovare una soluzione a “povertà” già presenti nella coppia, a modalità imbalsamate, a mancanza di vera comunicazione, a mancata complicità, a poca manutenzione e anche al narcisismo del singolo partner. Il tradimento è sempre una realtà complessa: è in gioco il legame di fiducia, mina le basi di un patto di trasparenza, di esclusività, di rispetto. Il perdono non è istintivo ma un lavoro che esige tempo. Quando si è disposti a ricominciare, a ri-dialogare, senza la presunzione di avere sempre ragione, il perdono rinvigorisce, aiuta a crescere. Allora troviamo ripartenze formidabili, si ritrova motivazione per ristrutturare la “casa”.
La trasgressione come rito di passaggio
La nascita dell’umanità prende avvio da una trasgressione: Adamo ed Eva hanno trasgredito e anche noi siamo sulla stessa barca. Anche la mitologia greca ci ricorda il valore della trasgressione: se Prometeo non avesse rubato il fuoco agli dei, non sarebbe nata la civiltà. Prometeo ha trasgredito non per ricercare il proprio interesse e piacere ma per scelta, per dare una mano agli uomini. Di fronte a figli e adolescenti “trasgressivi”, mi piace ricordare questi due modelli di trasgressione, questi due esempi del serpente tentatore e di Prometeo come una sorta di test ai ragazzi: hai scelto o ti ci sei trovato e hanno scelto ‘altri’ da te? Si tratta di capire se la trasgressione sia davvero un elemento di crescita per il ragazzo, con i suoi sensi di colpa e di paura. Se ho scelto, pur nell’errore, riconosciuto o meno, avrò a che fare con la forza di volontà e la capacità di dire di no. Si tratta spesso di trasgressione per provare se stessi e trovare libertà; è espressione di una crisi evolutiva fondamentale nel percorso di crescita. Le trasgressioni così come la capacità di disobbedire fanno parte delle competenze per il passaggio all’età adulta. Solo imparando a dire di no si sarà capaci di dire “sì”, si getteranno le basi per sviluppare libertà di prendere in mano la propria vita. Il conflitto può essere una tappa sana per chiarirsi, specie tra coniugi, tra genitori e figli adolescenti, perché i figli iniziano a mettere in discussione le scelte dei genitori: una vera sfida! Il compito del figlio è mettere in discussione le regole della famiglia per acquisire una maggior indipendenza.; compito dei genitori è monitorare e limitare questa spinta per formare alla responsabilità. La libertà è qualcosa di grandioso, ma la si può perdere! Va educata con il dialogo in un’età che non conosce le mezze misure! Spesso sarà più opportuno “porre domande” più che dare risposte prefabbricate: “Che cosa pensi? È proprio quello che vuoi fare?”. Comunque deve esserci rispetto, il parlare garbato, attento a non ferire, la gentilezza … da una parte e dall’altra: è una virtù fuori moda?
Purtroppo ci si rivolge al coniuge, ai figli, ai propri simili con atteggiamento di superiorità, con arroganza. Il cammino che porta dalla convivenza a una comunità fraterna, lo stare bene insieme, parte da qui. Se due sposi o i membri di una famiglia, di una comunità mi chiedessero un suggerimento, direi: rispettatevi, nelle parole e nelle azioni, trattatevi con garbo anche se siete in familiarità.
“Andare oltre” ciò che è scontato e il conformismo – Oggi la società è molto cambiata, anche agli adolescenti mancano le prove d’ingresso nel mondo adulto; c’è passaggio più faticoso, sfilacciato, che si protrae per troppo tempo. Il mondo degli adulti è chiamato a fare da interlocutore, e dovrebbe riuscire a tenere il confine, dando così la possibilità agli adolescenti di varcarlo. Certo che, se gli adulti latitano, gli adolescenti si organizzano a modo loro, trovando da sé possibili prove d’iniziazione che spesso diventano rituali di trasgressione perpetuata senza motivo che sembrano piuttosto espressioni ripetute di disagio. Si evidenzia un vuoto: si diventa grandi da soli. Tutto diventa oggi spettacolo, tutto diventa esibizione: oggi domina il ‘mettersi in scena” (essere ‘in’) più che il mettersi in gioco! I ragazzi sono presi sul serio solo dal mercato, dal consumo. Così anche la trasgressione rischia di essere un business e i ragazzi, privi di stimoli e alternative culturali, spesso si arrendono a essere semplicemente quello che la società gli chiede di essere: consumatori sonnambuli, senza progettualità per il futuro, edonisti e vuoti. Riscoprire il valore della trasgressione “sana” può essere invece un indispensabile elemento di libertà.
Non bisogna sottomettersi ai luoghi comuni! Ciò che è statisticamente “normale”, moda dominante, non può essere “normativo”, regola di vita; ciò che vale non dipende dal consenso, dall’audience, dal copione e dalla fiction di turno!
Due cause principali che provocano il conformismo: molte persone danno più affidabilità al giudizio degli altri che al proprio. Altre persone, nonostante abbiano pensato di sbagliarsi, seguono l’opinione del gruppo per sentirsi accettati. La pressione della maggioranza e la paura del rifiuto ci porta a un conformismo pubblico ma non a convinzioni personali. C’è il serio rischio di perdere la propria individualità. L’essere conformisti è legato alla mancanza di impegno nei confronti di se stessi. Ciò provoca bassa autostima e mancanza di iniziativa perché prevale ciò che pensa il gruppo, ci fa sentire di scarso valore. Non è facile mantenere la nostra individualità se ciò implica di smettere di essere accettato. Come aiutare noi stessi e i figli a coltivare il “dubbio”, a “non abboccare”, a non disporsi sul binario del “così fan tutti”, ad essere svegli e vigilanti, a non svendere la mente e lo spirito al miglior offerente, al denaro e al mercato? Mai come ai nostri giorni abbiamo bisogno di “profezia”, di un pensiero che non si lasci dominare dalle mode, dall’omologazione che produce disumanizzazione! Non si deve esitare a schierarsi dalla parte di chi è fragile, di chi resta “manipolato” da una cultura afrodisiaca che impoverisce il divenire dell’uomo. La trasgressione contro il “conformismo” dilagante ci permette di non chinare mai la testa; non ci basta la presunta “verità” dei numeri dettati dai ‘comitati scientifici’: le scienze sono importanti ma non sono la verità! Chissà se impareremo a vivere con un po’ più di fraternità tra persone, tra popoli e nazioni … evitando il rischio di fermarsi a ciò che dà visibilità sociale. Bisogna avere il coraggio di rompere gli schemi, rimanendo fedele alle scelte di fondo e alla propria autenticità e libertà.
Il tempo che viviamo ci ricorda la fragilità e la mortalità della nostra vita. «Ritornare all’essenziale, a ciò che è necessario, sembra essere l’imperativo del Covid-19». Non è più il tempo dei festival improvvisati o delle chiacchiere della piazza. Non bastano le scienze e i comitati scientifici come se potessimo fare a meno del dubbio e del mistero! Abbiamo indossato le mascherine, ma abbiamo dovuto anche esporre il nostro volto più intimo, privo di maschere; spogliati di ogni trucco estetico abbiamo riconosciuto le nostre fragilità, abbiamo riscoperto di partecipare al medesimo destino, ricchi e poveri, famosi e anonimi, credenti e atei. Apparteniamo tutti alla stessa famiglia con più solidarietà e condivisione, meno “drogati” dalla cultura dell’autosufficienza: un piccolo virus ha ridimensionato i grandi progressi del mondo tecnico e scientifico. Possiamo “trasgredire” e riscoprire il rispetto per la vita, per la sacralità dell’universo e del mondo, per la natura troppo spesso saccheggiata e inquinata dalla ricerca spasmodica del denaro. Il tanto declamato “distanziamento” ci ha costretti ad abitare la “solitudine”, realtà che abbiamo estromesso in questo mondo di competitività senza regole, di libertà senza limiti, frutto di una coscienza ingenua e arrogante! Questa filosofia del “tutto e di più” ci ha fatto credere al “produrre e consumare” a costo di sacrificare natura, relazioni, pace, persone, popolazioni, futuro! Come immaginiamo la fine della crisi? C’è chi pensa a un ritorno alla normalità di prima. C’è invece bisogno di scoprire una nuova coscienza planetaria, una nuova responsabilità cosmica, globale, che dica la possibilità di un nuovo modo di abitare la terra! Non abbiamo bisogno di eroi, di “dominatori”, di vincitori di guerre commerciali (anche sui vaccini), di surclassare gli altri! Ci è richiesta un’etica e una responsabilità globale, una compassione che non chiuda lo sguardo sul mistero della vita e lasci aperto l’interrogativo su Dio. Abbiamo bisogno di trasgredire, di aprirci a una mistica della fraternità universale che faccia prevalere la solidarietà tra i popoli, tra le culture e le religioni. “Andrà tutto bene?”. Questo slogan ci richiama il tema della responsabilità, a tirare fuori il meglio di noi stessi, a scoprire che l’impegno sociale, il volontariato, la solidarietà, la collaborazione reciproca, il valore di una fede (per chi ce l’ha), la difesa della famiglia, l’amicizia e le tante cose che abbiamo sempre dato per scontato … non sono per niente “scontate” e possono venir meno da un giorno all’altro.
Domande
- Sarà tutto come prima o pensi a un miglioramento della vita sociale?
- Ricordi qualche “trasgressione” (coniugale o familiare) che ha messo in moto cambiamenti positivi?
Giuseppe Belotti, Psicologo e Psicoterapeuta, Direttore Associazione Psicologia Psicoterapia Il Conventino